“Tutto ciò che è conosciuto o sperimentato per mezzo delle immagini e dei successivi processi cognitivi tende a diventare una parte dell’individuo che lo conosce e lo sperimenta”
S.Arieti
Le artiterapie si collocano nello stesso campo di tensione delle altre terapie, quello che le differenzia è l’utilizzo dichiarato delle tecniche non verbali, che diventano mediatrici e modulatrici della relazione terapeutica.
In realtà tutte le terapie possono ritenersi non verbali, in quanto implicano l’uso della mimica, della postura, della modulazione della voce e dell’espressione del volto. Inoltre i loro contenuti si dispiegano comunque come immagini, anche se narrate, esse sono infatti drammatizzazioni di situazioni fantasmatiche inconsce, vicine al linguaggio dei sogni.
Questo flusso di materiale inconscio, trova solo successivamente con l’interpretazione e quindi con l’uso della parola, una sua simbolizzazione, ovvero una forma che contiene e che offre un controllo sull’inconscio, e che dopo ancora diviene informazione razionale.
Il punto di forza delle artiterapie è nell’offrire uno strumento di espressione che non investa immediatamente il soggetto di emozioni non gestibili, o incoffessabili, ma che, attraverso il mediatore artistico, consenta una graduale espressione di se e quindi di contenere in maniera non traumatica, ma concreta e tangibile, l’espressività più disorganizzata, dando espressione pubblica, ma accettabile, anche a contenuti angoscianti o sgradevoli. Inoltre il lavorare in gruppo consente di condividere questi contenuti, movendosi in un setting che prevede ampie interazioni informali.
Gruppi di arteterapia
La possibilità per l’adulto di mantenere o recuperare uno spazio che favorisca lo sviluppo della sua creatività , può essere realizzata applicando la tecnica del Brainstorming di Osborn, egli suggerisce di formare dei gruppi di massimo dieci persone, all’interno dei quali:
- evitare la critica;
- favorire il pensiero libero;
- desiderare la quantità delle idee;
- ricercare miglioramenti alle idee espresse, combinandole tra loro;
Nell’insieme, la seduta deve incoraggiare l’iniziativa e non pretendere perfezionismo (il peggior nemico della creatività) abbandonare le abitudini, la timidezza, favorire lo scambio dialettico nel confronto tra i componenti del gruppo.
Questa tecnica è stata utilizzata in passato soprattutto per favorire decisioni di manager aziendali al fine di migliorare gli introiti economici, ma può essere impiegata nei gruppi di arteterapia, creando un clima di fiducia e accoglienza e nello stesso tempo di guida, senza però invadere lo spazio personale, rispettandone i tempi, le pause, i silenzi, le contraddizioni, la voglia di sperimentarsi, senza pretendere il risultato estetico ad ogni costo.
Il materiale emerge insieme alle emozioni e non sempre è giusto interpretare, mentre emerge trova accoglienza, incoraggiamento, nuove parti del sé si manifestano e il rischio è quello di bloccare il flusso delle immagini.
1 Arieti S. Creatività, la sintesi magica Ed. Il pensiero scientifico 1979 pag.49-50