La costruzione del dittatore e le origini del male.

“Se Hitler avesse avuto cinque figli sui quali vendicare i tormenti e le ipocrisie subite nell’infanzia, probabilmente il popolo ebraico non sarebbe stato vittima dei suoi crimini”.

A.Miller

Che il neonato nasca innocente, è un assunto che ha caratterizzato gli studi e le ricerche dell’intera esistenza di Alice Miller, un neonato non avverte alcuna spinta a distruggere la vita, vuole solo essere accudito e amato. Il bambino cresciuto nell’amore e nella considerazione non è motivato a fare la guerra, il male non è necessariamente parte della natura umana.

Per dimostrare la sua teoria, la Miller ha analizzato decine di biografie di personaggi famosi, tra cui quella di Adolf Hitler. Nel suo libro “La persecuzione del bambino” ne ha descritto la travagliata infanzia, la rigida severità del padre e le violenze alle quali egli era sottomesso. L’annullamento della sua personalità ed il senso di impotenza che doveva essere la costante emotiva di questo bambino.

La struttura familiare di Hitler era simile a quella di un regime totalitario in cui non esiste possibilità di appello, l’arbitrio del padre e il suo potere costituivano l’unica istanza giuridica per il bambino: non aveva alternativa.

Quando successivamente nel Terzo Reich egli ebbe il potere assoluto, non vi furono più considerazioni umane, ne’ sentimenti che potessero limitare le sue crudeltà.

Ma non tutti i bambini che hanno subito violenza si trasformano in dittatori.

Nella vita di alcuni, c’è un testimone soccorrevole, qualcuno che gli riconosca l’ingiustizia subita, che gli riconosca una dignità, una vicinanza preziosa che, pur non salvandolo dalle violenze, gli esprima umanità e amore, qualcuno insomma che gli dica “quello che ti accade, non è colpa tua!”.

Ma quando nell’infanzia, non interviene alcuna presenza di conforto, il bambino crescerà nella convinzione che sia stato fatto il suo bene, idealizzando i genitori, giustificherà le loro azioni e soprattutto dimenticherà il dolore e l’impotenza provati. Questo renderà impossibile, per l’uomo che diventerà, provare compassione per le proprie vittime, egli non avrà più accesso alle sue emozioni.

Hitler aveva imparato a ritenere giuste e necessarie le botte e le umiliazioni, per questo agì poi da adulto dando a credere che il massacro degli ebrei servisse a salvare la Germania.

In modo analogo altri dittatori hanno costruito la loro ideologia di vendetta: Stalin doveva liberare la Russia dai sovversivi cosmopoliti, Napoleone doveva costruire la grande nazione, Milosevic doveva creare la grande Serbia, oggi con diverse motivazioni, la storia si ripete con Putin e Netanyahu .

I media analizzano le cause politiche, strategiche, economiche, sociali, ma ignorano le cause psicologiche che muovono questi personaggi di potere, che sono accecati dalle loro ideologie a scapito di schiere di cittadini inermi ed in balia della loro follia.

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