ESERCIZI DI BIOENERGETICA: vibrazione e motilità

La bioenergetica è la via vibrante alla salute, intesa non solo come assenza di malattia, ma come sensazione di pienezza e vitalità.Un corpo sano è in uno stato costante di vibrazione, dovuta a una carica energetica nella muscolatura, simile alla conduzione di elettricità di un filo elettrico.Attraverso specifici esercizi, la bioenergetica aiuta a ritrovare fiducia in se stessi, nel proprio corpo e nelle proprie emozioni.

Uno degli esercizi fondamentali della bioenergetica è anche il più semplice da eseguire, serve a radicarsi, a sentirsi maggiormente in contatto con la terra.

ESERCIZIO: 1 Grounding

In posizione eretta, piedi distanziati leggermente con le punte in dentro, ginocchia flesse, con gli occhi chiusi, cominciate ad arrotolarvi partendo dalla testa, portarla giù molto lentamente, ruotando una vertebra per volta dalle dorsali fino alle lombari, nel frattempo respirare lentamente e profondamente, ad ogni espirazione scendete un po’ di più, fino a sfiorare il pavimento con le dita delle mani. Continuando a respirare, raddrizzate le ginocchia lentamente, fino a distendere i tendini al ginocchio nella parte posteriore delle gambe e mantenete la posizione per qualche minuto.

Provate a passare diverse volte dalla posizione con le ginocchia tese a quella rilassata e vedete se parte una leggera vibrazione dei muscoli delle gambe. Tornate molto lentamente nella posizione eretta, srotolando vertebra per vertebra la schiena, per ultima raddrizzate la testa e aprite gli occhi.

Percepite tutte le sensazioni che vi avvolgono, e descrivetele in un quaderno.

Cos’é la consapevolezza?

“Per noi spunta solo quel giorno

al cui sorgere siamo svegli”.

H.David Thoreau

 Nel mondo occidentale,  la visione  dominante della  nostra  cultura, ha  privilegiato l’aspetto logico razionale, volto al controllo e al dominio sulla natura.

Saggi e maestri zen, diffondendo la loro cultura, ci hanno costretto a confrontarci con un diverso paradigma,  che trova invece nella natura fonte di grande ispirazione, ricercando una totale armonia con essa.

La loro esperienza collettiva di indagine secolare sulla natura dell’uomo, ha permesso loro di sviluppare molte tecniche di meditazione, per riuscire a controllare la nostra mente, che normalmente è invasa da pensieri automatici, una sorta di dialogo interiore, che spesso non  dominiamo. Il paradosso è che per meditare dobbiamo fare vuoto e per farlo dobbiamo essere padroni dei nostri pensieri.

Come possiamo riuscire ad ottenere un efficace stato meditativo? Non è facile, la pratica aiuta ma non basta, ocorre anche un metodo.

Il primo elemento da considerare è il nostro respiro. Mettere la nostra attenzione sul respiro ha due effetti immediati, il pensiero si concentra e smette di girovagare,  e noi diventiamo consapevoli delle infinite variazioni di frequenza ed intensità del nostro respiro.

Questa attenzione applicata in qualunque momento della giornata ci permette di trovare riparo da situazioni stressanti che possono prendere sopravvento sul nostro equilibrio interiore.

Molti temono di non essere capaci di meditare, la meditazione richiede impegno e autodisciplina, ma non  è esclusiva solo di alcuni individui. piuttosto che dire” non sono capace”, sarebbe meglio dire “non ho voglia di impegnarmi” e questa affermazione sarebbe già un bel passo avanti perchè comporterebbe il prendersi la responsabilità delle proprie scelte.

La capacità di restare seduti senza “fare nulla” non è, come potrebbe sembrare, un atto di pigrizia, ma richiede una intensa attività interiore per consentire alla nostra attenzione di essere totalmente assorbita nel momento presente.

Il non agire è la pietra angolare della meditazione, ma è soprattutto uno stato interiore, imparare a concentrare la nostra attenzione è il segreto per riuscire,  qualora decidessimo di applicarci in una attività.

approfondimenti su:

Jon Kabat-Zinn, “Dovunque tu vada ci sei già” edizioni  Corbaccio.


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