Come sarebbe andata se…

Uno dei cardini dell’analisi è che i pazienti, con disturbi narcisistici arrivino a una comprensione emotiva del fatto che tutto l’amore che essi si erano conquistati con tanta fatica, a prezzo dell’auto rinuncia, non riguardava affatto l’individuo che essi erano in realtà: l’ammirazione per la loro bellezza e le loro prestazioni era rivolta alla bellezza e le prestazioni di per se e non al bambino reale, dietro la buona prestazione si riaffaccia nell’analisi il bambino – piccolo e solo – che si chiede: “Come sarebbe andata se di fronte a voi ci fosse stato un bambino cattivo, rabbioso, brutto, geloso, pigro, sporco e puzzolente? Dove sarebbe finito, in tal caso, tutto il vostro amore? Eppure io ero ANCHE tutto ciò.

A.Miller “Il dramma del bambino dotato” Bollati Boringhieri – 1993 pag 29.

I bisogni narcisistici del bambino

Alla maggior parte degli individui sensibili rimane profondamente celato il loro vero Sé. Come si può amare qualcosa che non si conosce e che mai è stato amato?

Alice Miller

Per sviluppare un sano sentimento del sé, il bambino dovrebbe essere accettato :

  • Quando manifesta la sua aggressività senza che questa faccia venire meno l’autostima della madre/padre;
  • Quando i suoi tentativi di autonomia non facciano sentire minacciata la madre/padre;
  • Quando ha potuto esprimere tutte le sue emozioni, anche negative, senza essere stato giudicato sbagliato, e nemmeno essere idealizzato come figlio perfetto;
  • Quando non è stato obbligato a piacere a nessuno ed ha potuto sviluppare ed esprimere quanto si agitava in lui, in ogni fase del suo sviluppo;
  • Quando ha potuto “usare”, nel senso di Winnicott , i genitori, perchè essi erano indipendenti da lui;
  • Quando gli è stato consentito di manifestare sentimenti ambivalenti e non è stato obbligato a scindere l’oggetto buono da quello cattivo;
  • Quando è stato amato come essere separato (non amore fusionale);
  • Quando i bisogni narcisistici del bambino, pur ammettendo la frustrazione appropriata alla fase, non traumatica, hanno potuto essere integrati e non è stato necessario rimuoverli o scinderli;
  • Quando l’integrazione ha consentito che tali bisogni subissero una trasformazione e che si costituisse una matrice regolatrice delle pulsioni sulla base delle proprie esperienze di prova ed errore.

Da A.Miller, il dramma del bambino dotato Ed.Bollati Boringieri (1990)pag.49